Lockdowm, cambio di alimentazione per la pressione ballerina, rientro a casa entro le dieci di sera se no multa! Bel quadretto vero?

In un’altro periodo della mia vita tutto questo, ne sono certa, mi sarebbe sembrata la più enorme delle ingiustizie! Un complotto a tradimento per soffocare la mia libertà.

Ma il tempo scorre, accidenti se scorre veloce e ecco sono approdata qui, in questo tempo sospeso, dove io e qualche altro miliardo di persone, ci vediamo costretti a rivedere il film della nostra vita, montato accuratamente dalla notte dei tempi, smontato fotogramma per fotogramma, si dice sia per via del covid. Bene, vediamo!

Un film che pare sempre quello: lamenti, sospiri, rivendicazioni, grandi ideali, bassi ideali, guerre, sfaceli, grandi invenzioni, rivolte, disastri, grandi amori, gelosie, brame di potere.

A sto giro ci tocca la pandemia, proprio quando tutti, ma proprio tutti, vivevamo nel nostro santo delirio di onnipotenza e d’immortalità. Ma ecco che arriva il virus…cambio di film, cambio di programma di vita, da marzo in poi. Tutta la pseudo socialità a cui eravamo particolarmente affezionati e nella quale abbiamo coltivato relazioni per la maggior parte delle volte, tossiche, sparisce. Ogni movimento umano si irrigidisce fino a bloccarsi in una specie di fermo immagine di stupore e sbigottimento. Qualcosa o qualcuno ha chiuso l’ingresso del cinema Mondo con una enorme saracinesca. Sbrammm!!(qui lavorate voi di fantasia perché il rumore di una saracinesca che scende mica è così facile da rendere a parole)

Gente che si dispera, inveisce, si agita, altra che si guarda in giro e cerca di fare come se nulla fosse mai davvero successo. Naturalmente facendo parte del gruppo vacanze umanità allo sbando, pure io mi barcameno osservando le varie fasi del cambiamento di me stessa. Così stasera sono spinta a scrivere due righe e condividerle nell’alta marea delle voci dissonanti tanto una più, una meno che vuoi che faccia? E poi egoisticamente voglio ricordare, quando mi chiederanno, a distanza di tot anni: “come sei stata durante la pandemia?” Ecco, son stata così!

Quindi: stasera mi sono ritrovata a mangiare una pizza senza glutine (così scarna da piangere a vederla) a casa di una cara amica – che non vedevo da ottobre – a casa sua. (bbrrrrr brivido… fuori dal comune di residenza)

Quindi: rientro non oltre le ventidue, passando per stradine ghiacciate e deserte – stile carbonara e faccio di tutto per passare inosservata (accidenti no la carbonara no, trasuda grassi e non posso neanche pensarla che mi sale la pressione)

Quindi? Contrariamente al passato rivoluzionario (o pseudo tale), oggi, della mia giornata, mi è piaciuto tutto. Il sapere di avere due ore per mangiare insieme a qualcuno che ami ti fa gustare i singoli minuti passati con lei. Al rientro a casa mia mi è sembrato di tornare adolescente, quando avevo i genitori che richiedevano di rientrare presto “se no vedi tu!”. Cari, cari genitori che non ci siete più: lo so mi proteggete da lassù ma quanto vi ho detestato allora che mi proteggevate da quaggiù. Solo che ero io a non volerlo, dovevo crescere, dimostrarvi di essere adulta e indipendente a tutti i costi. Sapete però una cosa bella? Stasera eravate in macchina con me ed ero così felice di rientrare “a casa” avvolta nel vostro bene.

Quindi credo proprio che sia giunta l’ora, finalmente, di godere del privilegio degli anni, avvicinandomi sempre più a quella fase della vita dove tutto pare leggero ( non mieloso per carità eh), anche quando la realtà esterna non si presenta affatto come tale. Perché? Semplice. Perché mi sento viva!! Sì sono viva e grata di respirare, di riuscire a trasformare un disagio in un atto creativo e condivisibile. Viva e felice per le piccole cose della vita, rilassata perché non protesa verso l’alto, ma abbandonata al poco del basso.

Un lago luccicante e calmo della mente che s’irradia nel corpo e fa sì che nulla sia così davvero “importante e ineluttabile”. Forse l’età ammorbidisce gli spigoli? Non saprei rispondere con precisione, ma la pizza senza glutine, il lockdown e il rientro forzato sono stati la parte più tenera e vera di tutta la mia giornata.

E va bene così.

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