I colori, da sempre, sono usati come

strumento per esprimere le nostre emozioni

Il tipo di approccio:

Non aveva un nome quella intuizione avuta in uno dei  momenti di grave crisi esistenziale: quel giorno sapevo solo che dovevo colorare. Ma come? In che modo potevo tirar fuori tutto quel dolore, quella sofferenza? Ricordo precisamente il momento in cui, nel negozio di colori, ho scelto 4 gessetti: giallo, nero, bianco, rosso, blu. A casa  ho aperto il tavolo della cucina allungandolo il più possibile, ho steso il foglio color crema, ruvido, e ho aspettato che qualcosa mi suggerisse cosa fare.

Ed ecco arrivare un lontano ricordo, di quando mia madre mi faceva vedere come sfumare con le dita delle mani le matite sul quaderno di scuola: così ho fatto, lasciandomi sempre più andare come in una danza, lasciando che le sfumature diventassero sempre più armoniche tra loro. Alla fine di una settimana di ritiro in questa esperienza stavo meglio, fisicamente e mentalmente molto meglio.

A cosa serve

Solo anni dopo ho scoperto che tutto ciò aveva anche un suo nome: pittura emozionale o onirica, il piacere cioè di esprimere le proprie emozioni per rappresentare il messaggio più profondo dell’inconscio, attraverso i colori.

In particolare le emozioni represse si trasformano, nel tempo, in blocchi che limitano la nostra libera espressione, la nostra vera predisposizione, ed è importante quindi trovare un modo per lasciarle scorrere, accettarle e trasformare il dolore in nuova energia.

Nella pittura emozionale  o onirica accade di ricontattare parti di noi sepolte che escono allo scoperto grazie a questa meravigliosa  tecnica creativa, libera da condizionamenti e regole limitanti.

Esprimere liberamente la creatività rappresenta un’opportunità meravigliosa per ampliare gli spazi della nostra vita, aiutandoci a ritrovare fiducia nelle nostre capacità e potenzialità.

Primo

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