Ho sempre ascoltato attentamente mio nonno Giovanni, fine oratore, grande estimatore del buon vino; mi piaceva la serietà con cui mi parlava, come a una grande. Lui, come sua figlia Marcella, mi tenevano in forte considerazione e io questo lo percepivo chiaramente, anche se molto piccola.

L’episodio che ricordo con più affetto e una nota di orgoglio, fu quello in cui, seduta sulle sue ginocchia, mi disse con coraggio e lealtà rara per un adulto nei confronti di una bambina:

“Sai Laura, io ho creduto nel fascismo, ma mi sono sbagliato. Sono stato ingenuo a credere che davvero Mussolini volesse il bene della mia terra. L’ho capito tardi, quando la guerra è scoppiata, mi dispiace”. Nonno abbassò lo sguardo e la scusa traslò direttamente nel mio cuore, come solo una lezione di vita vera può fare.

Da lui mi è arrivato che i grandi fanno sì degli errori, anche molto gravi, ma che se lo riconosci e poi lo dici…guarisci e con te, anche tutti quelli intorno a te.

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